Un progetto di Città di Torino, realizzato da Fondazione per la Cultura Torino

L’hip pop di Amir, Fankam e Ragazzi di via Agliè a Biennale: la democrazia a tempo di rap

250px-Amir_Issaa_2011_cropped i ragazzi di via AglièA Biennale Democrazia si balla a ritmo di hip pop. Questa sera, al Piccolo Regio Puccini, alle 21.30, si esibiranno i rapper di seconda generazione: Amir Issaa, italo-egiziano, sarà accompagnato dal camerunese Fankam e dalla crew torinese de I Ragazzi di Via Agliè, un gruppo di artisti italo-marocchini, da sempre attivi sul tema dell’integrazione.

Abbiamo chiesto ad uno di loro, Antonio Santamorena, di farci da guida alla scoperta di questo incontro, tra democrazia, integrazione e musica.

I Ragazzi di via Agliè a Biennale: un riconoscimento importante del vostro lavoro artistico e di sensibilizzazione sulle tematiche dell’immigrazione e dell’integrazione…

Questo invito ci ha fatto molto piacere. Il nostro percorso artistico cerca di coniugare l’aspetto musicale con quello sociale. Cerchiamo di raccontare il nostro quartiere, la nostra città. Sono contento che il nostro messaggio arrivi e sia ascoltato.

Come fa la musica a diventare veicolo di integrazione?

Riteniamo che la musica sia una sorta di collante, di ponte tra realtà differenti. E’ possibile che persone con alle spalle contesti culturali e personali variegati si ritrovino su un terremo comune. In questo caso, facendo musica hip pop. Io vengo dalla Basilicata, gli altri componenti del gruppo, Younes e Yassin, sono marocchini. La musica è un vettore di idee e esperienze a volte anche divergenti, però, allo stesso tempo, una forma espressiva per guardare al di là di queste differenze nel segno del rispetto reciproco.

Qual è il rapporto di Torino con queste tematiche? La canzone “Torino nera”, che è anche la traccia che dà nome al vostro disco, è l’emblema delle vostre riflessioni al riguardo…

Devo dire che, per quanto ci riguarda, la città ha reagito positivamente. Riceviamo molti inviti per partecipare a eventi di sensibilizzazione. Il video di Torino nera è stato visualizzato 80 mila volte in circa due anni: un risultato che ci ha stupito, per una “piccola” realtà come la nostra, nata dal basso. Credo che il nostro messaggio, un invito ad andare oltre all’individuazione del “diverso” sempre come il “cattivo”, sia stato recepito.

Parliamo del vostro quartiere. E’ considerato una zona difficile; è così?

 Sicuramente ci sono ancora dei problemi, ma si possono superare. Attraverso la creazione di luoghi di aggregazione, come ad esempio i Bagni Pubblici di via Agliè, dove è nato il nostro progetto. E’ opportuno che le diverse generazioni si ritrovino per scambiarsi le loro esperienze, per conoscersi e, in questo modo, superare le paure e diffidenze reciproche. Questi luoghi esistono, ma ce ne vorrebbero di più.

I figli degli stranieri nati in Italia non sono automaticamente italiani. Possono ottenere la cittadinanza una volta raggiunta la maggiore età. A fine 2012 il rapper Amir, con il quale vi esibirete, ha rivolto un appello al Presidente Napolitano per riaccendere i riflettori sulla questione dello “ius soli”. Lei pensa che ci sia inerzia su questi temi da parte delle istituzioni?

Io sono fiducioso. Penso che ormai che i cittadini siano pronti a riconoscere che chiunque sia nato in Italia rappresenti una risorsa per il Paese. Suonando nell’ambito di diverse campagne e iniziative, tra cui “l’Italia sono anch’io”, ci siamo resi conto che questo è un tema trasversale a diverse forze politiche. Penso che la situazione cambierà presto. E sono contento di poter conoscere Amir: apprezzo molto questa sua battaglia per i diritti.

L’hip pop ha un largo seguito tra i giovani e i giovanissimi. Come mai riesce a parlare di temi importanti a generazioni che invece sembrano distanti da altri tipi di linguaggio?

L’hip pop ha una storia precisa: è nato in contesti di disaggio. E’, per “costituzione”, un linguaggio semplice e duro: si “sintonizza”, per così dire, sul sentimento di ribellione dei giovani e giovanissimi. Ma la sua efficacia non si esaurisce nella sua componente “distruttiva”. Occorre accompagnarla con un atteggiamento rivolto alla speranza. Come artisti sentiamo la responsabilità di comunicare ai ragazzi valori importanti.

Sta per uscire qualche vostro progetto nuovo?

Al di là delle nostre rispettive esperienze come solisti e di altre collaborazioni con diverse crew italiane, a breve uscirà il video di un brano già contenuto nel nostro album, che si intitola Nel nome del mio dio. E’ stato girato in una moschea e in una chiesa. Approfondiamo le due spiritualità nel segno di una possibile convivenza tra i due credi.

Tutti gli appuntamenti di Biennale Democrazia sono a ingresso libero, fino a esaurimento posti (compresi quelli della giornata inaugurale). I biglietti per accedere saranno distribuiti a partire da un’ora prima dell’evento davanti all’ingresso di ciascuna sede per un massimo di 2 tagliandi a persona. Non è possibile in alcun modo prenotare i biglietti.
Alcuni seminari, indicati sul programma, sono a iscrizione obbligatoria. In tal caso, occorre prenotarsi seguendo le istruzioni in calce all’appuntamento.