L’utopia vista dai giovani
“Avvertiamo ormai inconfutabilmente di vivere in un’epoca che impone una riflessione sui fondamenti da salvaguardare e sul rinnovamento da promuovere. Poiché sappiamo che il futuro non potrà essere la ripetizione del passato, occorrono idee nuove per riconciliarci con noi stessi e con il mondo che verrà”. Così Gustavo Zagrebelsky, presidente di Biennale Democrazia, si è rivolto ai giovani nel corso della presentazione della manifestazione. Sono loro, infatti, i veri protagonisti di Biennale e quelli a cui spetta concepire “idee nuove”. Ed è proprio quello che hanno fatto, nel percorso di preparazione alla manifestazione, gli studenti delle scuole superiori (dal secondo al quinto anno) di Torino e provincia, guidati dagli insegnanti e dagli educatori dell’associazione Acmos, impegnata dal 1999 nella promozione e nel sostegno dell’inclusione democratica.
I 32 laboratori proposti quest’anno si sono focalizzati sul ruolo svolto dalle utopie nel cambiamento del mondo: gli educatori hanno accompagnato gli studenti in un percorso che, attraverso la storia, la scienza, l’arte, la letteratura e l’analisi dell’attualità ha permesso di comprendere in quali modi l’immaginazione di mondi e scenari futuri possa tradursi in mutamento dell’esistente. Gli studenti coinvolti – in tutto circa 640 – sono stati suddivisi in gruppi e hanno sviluppato dei percorsi di riflessione attorno a cinque dimensioni dell’utopia: scienza e fantascienza, robot e supereroi, uguaglianza e partecipazione. I ragazzi hanno poi rappresentato l’utopia, attraverso elaborati scritti, disegni, video e foto, che via via verranno pubblicati su scuole.biennale.local. Uno dei video – ricostruzione delle varie edizioni di Biennale e delle utopie emerse – verrà proiettato ogni giorno alle 15 sul maxischermo allestito in piazza Carignano.
“I ragazzi hanno dimostrato di essere interessati a tutte le tematiche trattate – spiega Luca Bossi, responsabile Acmos. “Una volta compreso il significato di utopia, hanno dato sfogo alla propria fantasia, immaginando realtà che a noi adulti sembrerebbero irrealizzabili e dimostrando di essere in grado di pensare a un futuro migliore. I giovani di quell’età non hanno ancora perso le speranze”.
Il lavoro sarà poi condiviso durante la partecipazione ai workshop e ai seminari organizzati. Il primo incontro dedicato ai ragazzi, dal titolo Poveri di relazioni, si terrà il 12 aprile alle 11 al Teatro Gobetti e sarà condotto da Alberto Salza. Il secondo appuntamento, Le giovani utopie, coordinato da Andrea Bajani e Paolo Bianchini avrà luogo il 13 aprile alle 10.30 nell’Aula Magna dell’Istituto Avogadro.
Alcuni seminari, indicati sul programma, sono a iscrizione obbligatoria. In tal caso, occorre prenotarsi seguendo le istruzioni in calce all’appuntamento.